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Copertina editoriale la bussola retail

CON I MATRIMONI BANCARI SI CONQUISTA IL CENTRO ITALIA

Nel 2017 sono avvenute numerose acquisizioni e fusioni bancarie. Cosa hanno comportato a livello dei bilanci? Da un lato si trovano più o meno significative variazioni a livello di indicatori di stato patrimoniale, dall'altro si assiste a un potenziamento della rete delle filiali. Ed è proprio questo secondo aspetto quello di interesse maggiore, attraverso i dati presenti nella piattaforma OFPowerView Analytics™

Il 2017 è stato un anno segnato dalle acquisizioni e fusioni. Il caso più eclatante, e anche quello che ha comportato una variazione maggiore in termini di asset nei bilanci, ha riguardato Intesa Sanpaolo e i due ex istituti veneti (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) di cui sono stati rilevati rami d’azienda. Tuttavia, nel corso dello scorso anno, sono state effettuate altre operazioni, più o meno significative. BPER Banca ad esempio ha rilevato la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, Crédit Agricole ha incorporato le tre casse di risparmio di Cesena, San Miniato e Rimini, mentre UBI Banca ha completato l’acquisizione dell’ex Banca Etruria, dell’ex CariChieti e della Nuova Banca Marche (comprese altre due banche controllate da questi gruppi, ossia Banca Federico Del Vecchio e Cassa di Risparmio di Loreto). Diverso è il caso di Banco BPM con la fusione tra le due popolari, Banco Popolare e Banca Popolare di Milano. Proprio nel momento in cui si chiude questo numero di La Bussola Retail, il neonato gruppo BancoBPM sta vivendo la delicata fase di riorganizzazione delle filiali prevista dal Piano industriale. Delle novità derivanti da questa unica fusioni finora tra due popolari, si tratterà nel prossimo numero di La Bussola Retail.

Cosa hanno comportato queste operazioni a livello dei bilanci? Da un lato si trovano delle più o meno significative variazioni a livello di indicatori di Stato Patrimoniale, dall’altro si assiste a un potenziamento della rete delle filiali (figura 1). Ed è proprio questo secondo aspetto quello di interesse maggiore. Attraverso i dati presenti nella piattaforma OFPowerView Analytics™ possiamo notare come per tutti e tre i Gruppi si siano registrati aumenti naturali sia nella raccolta diretta che nei crediti alla clientela dovuti in larga parte alla “dote” portata dalle banche acquisite.

Rispetto al 2016, Crédit Agricole ha aumentato la sua rete di sportelli di circa 200 filiali, UBI Banca di oltre 300 mentre BPER Banca di solo 18. Questo dato, che sembra particolare, si può facilmente spiegare: a fronte di un aumento di 48 sportelli della Cassa di Risparmio di Ferrara c’è stata una chiusura di 30 sportelli di Banco di Sardegna, sempre del Gruppo Bper Banca.

Distribuzione territoriale sportelli
Cosa hanno guadagnato le banche? Radicalizzazione sul territorio, un bacino di oltre 10 milioni di potenziali clienti e un aumento della propria quota di mercato (figura 2). Basti pensare che BPER Banca ha una quota di mercato sugli sportelli pari o superiore al 10% in tutte le province dell’Emilia-Romagna (ad esclusione di Piacenza); nel 2016 la presenza nel ferrarese era del 6,64% del mercato, a fine 2017 è passata al 32,16%. Crédit Agricole conquista una buona fetta di mercato nelle province di Firenze, Forlì e Cesena, Pisa, Ravenna e Rimini, tutte zone dove nel 2016 non era presente mentre post acquisizione detiene il 10% e più del mercato. UBI Banca si espande nelle province di Ancona, Arezzo, Chieti, Macerata, Pesaro Urbino, arrivando a coprire oltre il 30% degli sportelli in alcune zone.

Quota di mercato sugli sportelli
Tuttavia l’aumento del numero di filiali porta necessariamente a una razionalizzazione degli sportelli, per poter guadagnare in efficienza. Mentre BPER Banca e Crédit Agricole, con le fusioni mirate di banche geograficamente molto localizzate, sono riuscite ad aumentare, rispetto al 2016, il numero medio di conti correnti aperti per sportello, sia nelle zone interessate dalle acquisizioni che a livello italiano, UBI Banca a livello di Italia centrale, paga dazio.
Dalle stime di OFPowerView Analytics™ passa, infatti, dagli oltre 1400 conti correnti per sportello nelle cinque regioni analizzate a soli 1150, pur mantenendo a livello nazionale un valore superiore ai 1550 conti per sportello. Questo rende necessario per UBI Banca procedere alla chiusura di numerosi sportelli, così come preventivato nelle politiche del gruppo.


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